20100122

Il gatto e il gomitolo




Favola di Nicola Lisi (1933)


Un gatto trovò un gomitolo di spago e presone con la bocca il capo si divertiva, correndo in qua e là, a veder rotolare la palla mentre si sdipanava.

Quando l'ebbe completamente disfatta si propose di rifare il gomitolo. Radunò tutto il filo ingarbugliato e poi vi saltò sopra ad annaspare ma, invece di riuscire nello scopo che s'era proposto, vi rimase impigliato con le zampe e non gli fu possibile di sortir da quella trappola...

Si dimostra la gran differenza tra il distruggere e il costruire, e com'è assai difficile il conseguire un tale doppio intento.



20100104

Gente di “Spirito” vs “Scarpe grosse”

Tratto da: Facezie, motti e burle del Piovano Arlotto (Ed. L.E.F.)

Al ritorno dal Casentino il Piovano Arlotto, una domenica sera alloggiò in una osteria a Pontassieve, tutto molle, stracco e pieno di freddo e di fango perché durante l'intera giornata non era mai finito di piovere e così tutta quella notte. Smontato da cavallo se ne andò vicino a un gran fuoco che gli aveva fatto l'oste, dove c'erano forse trenta contadini, perché in verità oltre a piovere, era freddo, e sempre, il giorno e la sera della festa, è loro usanza riunirsi nell'osteria a bere, giocare, e raccontare quelle loro novellacce e bugie.

Quella sera stavano fitti intorno a quel fuoco e quasi addosso al Piovano, di modo che il pover'uomo non poteva né asciugarsi né scaldarsi e nemmeno voltarsi, se non a malapena, e l'oste ed egli stesso avevano un bel dire: quei contadini non volevano andarsene.

Indignato, il Piovano pensò in che modo potesse allontanare quei villani dal fuoco. Cominciò a starsene malinconico e afflitto; non si rallegrava, non parlava, non motteggiava.

Di questo fatto molto si meravigliò l'oste, che sapeva che il Piovano di solito era sempre lieto e giocondo, mentre quella sera parlava appena, e disse: Piovano, che avete questa sera che siete così in estasi? Perché mi pare impossibile e contrario alle vostre abitudini e alla vostra natura: di solito sempre siete lieto e allegro. Se vi sentite male o avete qualche noia, ditelo, perché non c'è cosa che io e tutti i miei parenti non faremmo per voi - infatti l'oste pensava che avesse ricevuto una villania da qualcuno in Casentino, perché quei contadini sono uomini cattivi.

Il Piovano rispose: - Mi è capitato un caso disgraziato: da questo carniere mi sono cadute circa quattordici lire di moneta e diciannove fiorini larghi, ma spero di ritrovarne qualcuno, perché so di averli perduti a non più di cinque miglia di qui. In quel posto io ho bevuto, e nel montare a cavallo, a mezzo miglio da lì, dopo che ero sceso per fare un po' d'acqua, il carniere si stracciò a una bulletta dell'arcione e quei danari mi sono cascati a poco a poco da dove si è rotto il carniere, e so che per via del tempo nessuno mi è venuto dietro.

Voglio un piacere da te: che domattina di buon'ora, se non piove, tu venga come me, o che tu mandi chi vuoi, per ritrovarne qualcuno.

Non aveva finito di dire queste parole, che pian piano si videro partire quei contadini, a due, a quattro, a sei, e non restò nessuno, e tra loro fecero un certo pissi pissi e insieme si accordarono di andare a cercare quei denari per rubarli al Piovano.

E subito, con fiaccole, lanterne e cappe, incuranti del cattivo tempo, infatti pioveva forte, andarono in cerca di quei denari - tra loro c’era anche il figliolo dell’oste e due suoi nipoti -, che si ebbero la mala e pessima notte, e più di tre si buscarono bruttissime febbri. Il nostro Piovano stette ben largo vicino al fuoco e trionfò, e quei contadini trovarono i denari in sogno.

L’oste la mattina volle abbonargli il conto e desiderava andare ad aiutarlo a cercare, e non aveva capito che quei contadini erano già andati la notte.

20100102

Il Mio 2010



Tre rose appassite.



Piatto di lenticchie, ne avrò bisogno (photo by Buddhadharma).



Qualcosa di nuovo nascerà (photo by Guinnie).




Rose appassite (particolare).



Oblò di un aereo in volo (photo by Dantada).