Ero in macchina e improvvisamente cuore in gola. Una canzone che conoscevo ma non riuscivo a ricordarmi, strano non è da me, un'emozione fortissima, poi ho capito e mi sono rivista da bambina, seduta nel mio angolino nascosto e in solitudine, col giradischi arancione e una pila di dischi in vinile accanto.
Disco di mamma.
Non rinuncio ad un post atipico per qualunque ricorrenza e perciò ho pensato che questa canzone fosse un'occasione d'oro. A pensarci bene, infatti, gli innamorati non hanno bisogno di festeggiare alcunchè perché la loro condizione li rende già in stato di grazia.
Il San Valentino di quest'anno lo dedico a chi è riuscito a buttarsi le spalle un amore che, volente o no, è finito.
Questa "liberazione" offre un motivo molto più razionale per "festeggiare" e apre infinite possibilità di crescita personale. Non solo la possibilità di costruire possibili nuovi rapporti, rappresenta (a parer mio) la grande occasione per riuscire ad amare se stessi, per riuscire a stare bene anche da soli.
Quelli che "si bastano" sono i veri innamorati perché "non pesano" su nessun'altro.
6 commenti:
Sono d'accordo.
@Mar_zia: Basta che sia bel tempo questo giovedì, mi accontenterei solo del pomeriggio, un po' di sole e non troppo freddo. Il resto della settimana, pazienza. :)
@O: grazie a te invece. Il coraggio va sempre premiato, anche se a quanto dicono ti hanno definito “temerario”.
E perciò... :)
@Alì: Prima di rispondere al quesito che poni ci tengo a dire che ho riflettuto bene e non sono arrivata né ad avere ben chiaro la situazione né a trovare una soluzione. C'è sicuramente da tener conto che non possiamo comprendere appieno il dramma che si trovano ad affrontare le donne indiane perché "non vissuto" e non è una novità che tante bambine sono state abbandonate e uccise in tenerà età così come tante adolescenti sono state bruciate vive in finti incidenti domestici. Ecco, sembra incredibile!
Trovo ovvio il fatto che, se alla TV trasmettono delle soap-opera o degli sceneggiati nostrani in cui vi è uno stile di vita totalmente opposto a quello della loro cultura, vi sia un avvicinamento "naturale" a un genere di comportamento occidentale.
È un po' complesso (e contradditorio) quello che ho in testa e non riesco ad esprimerlo al meglio, ma tu parli di censura e io sono d'accordo solo in parte. Non possono pretendere di cambiare improvvisamente i loro costumi, ci deve essere una rivoluzione femminista (si fa per dire) graduale, ci metteranno degli anni! Ben venga che comincino ma con calma, a parer mio.
Guarda che la parità di diritti non esiste neanche qui e anzi nella cultura occidentale vi è un enorme problema di identità.
Dirò di più: le donne invece di progredire sono tornate indietro. Da sole si sono tolte la libertà di quello che significa "essere donna". Ad esempio si difende tanto il diritto ad abortire (lungi da me il giudicare ma già poterlo definire un diritto mi fa orrore) ma una donna è soprattutto "madre”!
Ecco cosa deve fare una donna per affermare la propria parità: farsi rispettare sul lavoro ma soprattutto difendere il diritto alla vita!
Ma quando vado (spero) lassù glielo dico che io non c'entro niente. Io non volevo.
@Anonimo: anch'io, tant'è che l'ho scritto...
@Alì: Che non le facciano vedere, anche se non credo che oramai possa essere una soluzione.
Che mi dici allora di "Bollywood”? Vedere ti porta a desiderare e a fare confronti tra quello che hai e quello che potresti avere.
Pensa al regime comunista dei paesi dell'Est... mica sapevano il tipo di vita che si conduceva fuori dai loro confini.
Ora lascia stare che tu hai avuto influenze occidentali per la tua formazione personale, ma volendo essere obbiettivo, non credi che la tua religione è (anche) un sistema per tenere "al giogo” più di un miliardo di persone in tutto il mondo?
Gnamo giù!
:)
@Alì: Chiarisco e mi scuso perché non è chiaro quello che intendo: non la tua religione ma l'interpretazione della stessa.
Ecco.
Posta un commento