20090430

Un altro Centro.

Piazza dell'Unità - via Panzani - brusio nelle orecchie - la tua vita è disorganizzata - qualche vetrina - dovresti preparare tutto prima di andare a dormire - scarpe - così la mattina potresti dedicarti ad altro con più calma - Feltrinelli - Feltrinelli... mi ci fionderei se avessi tempo - che poi chi te lo fa fare? - pizza e gelato per turisti, attraverso la strada - troppa gente, non sono più abituata - Scudieri, frutta di marzapane in vetrina - Piazza Santa Maria del Fiore.

Una vita che non entro in Duomo.

Osservo persone di fronte alle due entrate principali - cartello - non entra nessuno - affretto il passo - mi segue - quasi di fronte a via calzaiuoli svolto a sinistra - affretto ancora il passo - mi segue a fatica, la sento sempre più distante - rallento di fronte all'entrata laterale - un corpulento vigile a guardia - persone entrano - nessuno esce.

Io e il vigile.

Come si fa ad entrare? - fanculo alla dizione cittadina di nascita voglio che lo capisca al volo - non si può entrare - sguardo fortemente interrogativo ferma resto in posizione silenzio - a meno che non voglia partecipare alla Messa - si può entrare solo per la Messa? - esatto, e si esce quando è finita la Messa - Lei mi ha raggiunto - Quanto dura ancora? - 10 minuti - orologio ho poco tempo mi aspettano tra un quarto d'ora da un'altra parte - mi volto.

Mamma ce li facciamo 10 minuti di Messa?

Sorriso - mi volto nuovamente - vogliamo andare alla Messa - prego...

E ci fa passare.

Navata sinistra - una ventina di persone appena disperse tra le panche - molti giovani - occhi all'insù - la cupola affrescata - l'emozione forte del Duomo deserto - concentrazione e preghiera - scambiatevi un segno di pace - ci stringiamo forte la mano sorridendo - ascolto - l'emozione forte dei rintocchi del Campanile di Giotto.

Andate in Pace.

20090412

L'attimo infinito della Resurrezione


Tratto da: La morte di Ivàn Il'ìč - Lev Tolstòj


«E la morte dov'è?»

Cercò la sua solita paura della morte, la paura d'un tempo, e non la trovò. Dov'era? Quale morte? Non c'era nessuna paura perché non c'era nemmeno la morte.

Al posto della morte c'era la luce.

«Allora è così!» disse improvvisamente ad alta voce. «Che gioia!»

Per lui tutto avvenne in un attimo, e il significato di quest'attimo ormai non poteva più mutare. Per i presenti la sua agonia si protrasse ancora per due ore. Nel suo petto gorgogliava qualcosa: il suo corpo emaciato sussultava . Poi il gorgoglio e il rantolo si fecero sempre più rari.

«È finita!» disse qualcuno sopra di lui.

Egli udì queste parole e le ripeté nella sua anima. "È finita la morte" si disse "Non esiste più".

Inspirò l'aria dentro di sé, si fermò a metà del respiro, si allungò e morì.

20090410

Eloi, Eloi, lamma sabactami?


Tratto da: Der Gott und der Götzen

È il tempo dell'eclissi del Sole che precede il terremoto. Attraverso la notte il corpo pallido del Dio morente luccica come fosforo, luccica ma senza illuminare. Anche le stelle hanno perso la loro luce, poiché LUI ha preso tutta la luce.

La croce è circondata da solitudine e la Terra è come disabitata. Allora, tra i rantoli dell'agonia, il Salvatore chiama attraverso il deserto: “Dio, mio Dio! Perché mi hai abbandonato?”.

La sua voce non trova eco. La natura non riconosce più la voce come non conosce più la luce.


Ma dall'oscurità si addensa il contro-dio. Sospeso su nuvole nere arriva davanti alla croce.

Lui è Shiva, il distruttore, lui è Priapo con il simbolo osceno, con la maschera schernitrice di ciò che si chiama AMORE. E l'idolo parla:


“Chi chiami? Siamo rimasti solo noi, ci sei soltanto tu e io, il tuo eterno contrasto, nient'altro. Tu chiami il dio che hai attirato verso di te. Nella ricerca della tua divinità hai tolto dio dal mondo; dov'è un altro dio oltre a te?

Hai voluto eliminare il tuo odio ma alzando la spada contro di lui sei diventato il suo schiavo. Ora la tua creatura si è rivolta contro te e ti ha inchiodato alla croce. Guarda, io sono la tua creatura, il frutto del tuo odio. Mi volevi annientare e invece mi hai fatto ingrassare.

Quando allora ti promisi i tesori del mondo, ah, se fossi caduto in ginocchio davanti a me; li rifiutasti, tu odiavi già le opere di colui che ora chiami perché gli volevi somigliare; allora ti risposi con disprezzo. C'è scritto: Devi adorare il Signore, tuo Dio, ed essere solo suo servitore. Chi è ora il tuo signore se non io? Oltre a noi due non c'è più nulla.

Anch'io devo sparire nel momento in cui tu muori. Ma questa è stata forse l'opera della tua vita?

Non insegnavi forse: Amate i vostri nemici!

Ora amami, ama il tuo ultimo e peggiore nemico.

Soltanto perché il tuo amore non era perfetto mi ha creato con quella terribile maschera che ora vedi davanti a te. Quella volta, nel deserto, ero bello. Ti ordino ancora una volta di adorarmi. Amami! Riconosci che io sono il tuo dio, tuo padre!”


Allora Gesù alza lentamente la testa e i suoi occhi si fissano sul terribile viso del nemico. Poi trasfigurato da un amore senza limiti dice:

“Padre, nelle tue mani metto il mio spirito!”

E la luce che emana dal corpo sacro comincia a rilluminare la Terra. Il Sole esce e le nubi nere, il trono del contro-dio, spariscono nel nulla. Un profondo tuono fa scuotere l'aria, la Terra trema, il velo nel Tempio si strappa e davanti ai fedeli si apre il Sacrissimo.

Il morente sguardo del Salvatore include la natura liberata.
E si sente forte la sua voce che dice:

“È fatta!”