20090524

Final destination... mi sono riposata abbastanza?

Nel 1996 ho cominciato a dilettarmi con Tomb Raider e, ad ogni edizione del gioco, riuscire ad arrivare al fatidico "mostro finale" è diventata quasi una mania.

Da allora non ho ancora smesso di giocare...

E continuo a perdere.

O no?

:)

Big in Japan



La Falce e la Spiga vorrebbero rappresentare un superamento dialettico umile e discreto del simbolo della rivoluzione marxista, in cui tanta gente fino a tutto il 68 si è identificata nel nostro paese. Dal 77 in poi, invece, in settori qualificati del «movimento» l'ipotesi rivoluzionaria come presa del potere è cominciata a tramontare nel limbo delle utopie ottocentesche produttrice di mostri.

Tra la falce e la spiga c'è un rapporto più organico e concreto, meno teorico e astratto che tra la falce e il martello. E infatti invariabilmente, alla fine, in ogni rivoluzione tradizionale i contadini sono sempre finiti sacrificati agli interessi dell'industria.

Inoltre la falce e la spiga richiamano più immediatamente la profezia biblica sull'ultima ora della storia: in cui si trasformeranno le lance in falcetti.

E la paglia sola sta a rappresentare il contenuto e l'alternativa rivoluzionaria di questo libro.


Un regalo molto gradito è stato questo libro che mi ha incuriosito fin dal titolo.


L'invenzione di Masanobu Fukuoka, scienziato ma anche contadino, morto a 95 anni proprio l'anno scorso, è di una semplicità straordinaria perché si basa sul principio del "lasciar fare".

Ha dedicato la sua vita a sperimentare tecniche per provare che non solo è possibile, ma addirittura più redditizio, coltivare la terra senza diserbanti, fertilizzanti chimici, e nemmeno composti organici.

Una lettura scorrevole e facile, un libro "contemporaneamente pratico e filosofico" scritto non solo per gli amanti della natura (visto che torneremo tutti a "zappare"...).


Tratto da:


La rivoluzione del Filo di Paglia - Masanabu Fukuoka (Ed. LEF)





PRESENTAZIONE
Come può essere politico un filo di paglia? è una domanda che sembrerà ridicola a un sacco di gente. Uomini, donne, vecchi, milioni di individui avidi o disgustati, eccitati o arrabbiati, ma tutti colpiti e legati al carro della storia, del capitale, delle grandi masse, dell'oppressione...
Borghesi, proletari, maschilisti, femministi, liberisti, socialisti, tutti in lotta per il potere. Il potere di un filo di paglia? no! e chi lo conosce? chi lo vede nemmeno un filo di paglia? Il potere è dei giornali, dei tribunali, dei laboratori scientifici, delle fabbriche, dei palazzi presidenziali e della tecnologia intellettuale, delle piazze ... delle maggioranze!


Ma la libertà non abita questi luoghi, cresce e cammina sulle ali delle rondini che godono di volare, nel respiro di un ciuffo d'erba che comunica al mondo la sua pace, la sua trasparente umiltà. La libertà si nasconde dentro le correnti delle leggi di natura, i comandi che il Creatore ha scritto nelle cose, quando ci ha fatti liberi persino di sfruttarle. Ecco perché sono leggi discrete e per sentirle bisogna fare silenzio e mettere l'orecchio vicino, vicino: parlano con un lieve mormorio. Un mormorio che diventa rombo o boato in poche occasioni, ma per un diluvio universale quanti secoli di date di battaglie?


La politica del filo di paglia è fuori della storia, è contro la storia, è prima e dopo la storia. La rivoluzione del filo di paglia è possibile a ciascuno di noi, per scelta.
Per Fukuoka bastano 1000 mq a persona per arrivare all'autosufficienza alimentare e se anche si dovessero ritoccare le cifre, il potere di questo pensare e lavorare «in piccolo» sarebbe più forte sia ideologicamente che operativamente di qualsiasi partito ad organizzazione eversiva e per di più gestibile solamente «dal basso» senza lauree, né diplomi.
Perciò quella del filo di paglia è una via per abolire il capitalismo e appropriarsi dei mezzi di produzione senza passare per la stanza dei bottoni e in questo è veramente rivoluzionaria.
Qualcuno potrà avanzare la facile obiezione che qui da noi il clima e la terra sono diversi dal Giappone. Ma l'ipotesi di Fukuoka non dà delle ricette assolute, indica una strada da battere per scoprire da noi nel nostro ambiente specifico lo stesso rapporto con la natura che lui ha trovato nella sua terra.


Questa seconda edizione vede la luce due anni dopo la prima e dopo il passaggio in Italia di Fukuoka stesso nel luglio del 1981.
L'interesse per l'agricoltura naturale è andato crescendo in questo periodo e i seminari, oramai leggendari, che Fukuoka ha tenuto a Ontignano, Milano, Montalto (RE) e Preganziol (TV), hanno portato nuova luce sia sul suo pensiero che sulla agricoltura che propone. Questa «Rivoluzione del filo di paglia» è apparso come un riassunto introduttivo di un discorso e di una pratica molto più ricca.
Fukuoka ha ormai completato il suo lavoro generale in tre volumi che porta il nome «MU», cioé «nulla». Il seminario di Ontignano iniziò con le presentazioni dei partecipanti. Quando venne il suo turno, Fukuoka disse:



«Mi chiamo Masanobu Fukuoka. Il senso del mio nome è: Masa=diritto; Nobu=fede; Fuku =felice; Oka=montagna.
Penso di non essere diverso da voi, ma ho trovato una piccola differenza fra voi e me. La piccola differenza è che voi volete imparare, io sono venuto per vuotarmi la testa da quello che ho imparato in Giappone, cioè nessuna preoccupazione mi segue.
Siccome voi non capite il giapponese e io non capisco l'italiano è come se parlassimo nel vuoto. é ottimo, perché tutto ciò che sta nel vuoto non pesa su di noi.
Sono felice di sentire la gentilezza che si respira qui fra di voi. C'è un'antica canzone. giapponese che dice '"Stiamo bene perché la luna è tonda" così è per noi.»


E questo è il senso più importante: lo spirito di vita, l'essere come fanciulli, l'agricoltura allora viene da sé.


Giannozzo Pucci, Ontignano, febbraio '83




LA RIVOLUZIONE DEL FILO DI PAGLIA


Fra i giovani che vengono a queste casette sul monte, ci sono quelli, poveri nel corpo e nello spirito, che hanno abbandonato ogni speranza. Io sono solo un vecchio contadino che si lamenta di non poter dar loro nemmeno un paio di sandali: ma c'è ancora una cosa che posso dare loro.
Un filo di paglia.
Raccattai un po' di paglia davanti alla baracca e dissi: «Da questo solo filo di paglia può cominciare una rivoluzione».
«Con la distruzione dell'umanità a portata di mano, speri ancora di poterti aggrappare a una pagliuzza?» domandò un giovane con una punta di amarezza nella voce.


Questa paglia sembra piccola e leggera, la maggior parte della gente non sa quanto sia pesante in realtà. Se sapessero il vero valore di questa paglia, questo filo potrebbe diventare abbastanza potente da muovere il paese e il mondo.
Quand'ero bambino c'era un uomo che viveva vicino al passo Inuyose. Sembrava che non facesse altro che caricare carbonella sul cavallo e portarla per due miglia circa di strada dalla cima della montagna al porto di Gunchu. Eppure diventò ricco. Se domandate come, la gente vi dirà che nel suo viaggio dal porto verso casa raccoglieva la paglia abbandonata, ferri di cavallo e il letame ai lati della strada e li buttava sul suo campo. Il suo motto era: «Tratta un filo di paglia come se fosse importante e non fare mai un passo inutile.» Lo rese un uomo ricco.
«Anche se bruciasse, non credo che questa paglia sarebbe capace di fare nemmeno una scintilla per cominciare una rivoluzione.»


Una brezza leggera mormorava attraverso gli alberi del frutteto, la luce del sole tremolava fra le foglie verdi. Cominciai a parlare dell'uso della paglia nella coltivazione del riso.
Sono passati quasi quarant'anni da quando ho capito quanto poteva essere importante la paglia nel coltivare il riso e l'orzo. A quell'epoca, passando nella provincia di Kochi per un vecchio campo di riso che era stato lasciato abbandonato e incolto per molti anni, vidi del giovane riso sano che vegetava su attraverso un groviglio di erbacce e paglia che si erano accumulate sulla superficie del campo. Dopo aver lavorato per molti anni sulle implicazioni di questo fatto saltai fuori a sostenere un modo completamente nuovo di coltivare il riso e l'orzo.
Credendo che questa fosse una maniera rivoluzionaria e naturale di coltivare, ne scrissi in libri e giornali e ne parlai alla televisione e alla radio dozzine di volte.


Sembra una cosa molto semplice, ma i contadini sono cosi fissati nel loro modo di pensare su come la paglia vada usata, che è poco probabile che accettino di cambiare. Spargere paglia fresca su un campo può essere rischioso perché il brusone del riso e lo sclerozio sono malattie sempre presenti nella paglia di riso. In passato queste malattie hanno provocato gravi danni, e questa è una delle ragioni principali per cui i contadini hanno sempre trasformato la paglia in composto prima di restituirla al campo. Anticamente una sistematica trasformazione della paglia di riso era praticata comunemente come misura preventiva contro la malattia del brusone, e vi furono tempi a Hokkaido in cui la completa bruciatura della paglia era richiesta per legge.
 
I minatori del gambo si annidano anche loro nella paglia per passarci l' inverno. Per prevenire un' infestazione da parte di questi insetti i contadini erano soliti compostare la paglia accuratamente tutto l'inverno per essere sicuri che sarebbe stata completamente decomposta per la primavera successiva. è per questo che i contadini giapponesi hanno sempre tenuto i loro campi così puliti e in ordine. La conoscenza pratica della vita quotidiana diceva che se i contadini lasciavano la paglia in giro, sarebbero stati puniti dal cielo per questa trascuratezza.
Dopo anni di sperimentazione, anche dei tecnici esperti hanno adesso confermato la mia teoria che spargere paglia fresca sul campo sei mesi prima di seminare è una cosa completamente sicura. Questo capovolge tutte le idee precedenti sull'argomento. Ma passerà molto tempo prima che i contadini diventino disponibili ad usare la paglia in questa maniera.


I contadini hanno lavorato secoli a cercare di aumentare la produzione di letame decomposto. Il Ministero dell Agricoltura dava una volta un premio come incentivo per incoraggiare la produzione di composto, e varie mostre con con corsi di produzione di composti organici erano tenute ogni anno. I contadini arrivarono a credere nel letame come se fosse la dea protettrice del suolo. Adesso c'è di nuovo un movimento per aumentare le concimazioni organiche, un composto «migliore», con lombrichi e starters per affrettare la fermentazione. Non c'è nessuna ragione per aspettarsi una facile accettazione della mia proposta che non è necessario preparare cumuli né composti, che tutto quello che è necessario è spargere per i campi paglia fresca non trinciata.


Viaggiavo verso Tokio, e guardando, dal finestrino del treno di Tokaido, ho visto come si è trasformata la campagna giapponese. Osservando i campi invernali, l'aspetto dei quali è completamente cambiato in dieci anni, sento una rabbia che non riesco ad esprimere. Il paesaggio precedente di campi puliti di orzo verde, astragalo cinese, e piante di rape in fiore (brassica campestris) non si vede più da nessuna parte. Invece, paglia mezza bruciata è ammonticchiata alla pioggia. Il fatto che questa paglia venga trascurata è una prova del disordine della moderna agricoltura. La nudità di questi campi rivela la sterilità dell'anima dell'agricoltore. Mette in dubbio la responsabilità dei dirigenti governativi, e chiaramente indica l'assenza di una saggia politica agraria.


L'uomo che diversi anni fa' parlò di una «pietosa fine» per la coltura dei cereali invernali, della loro «morte lungo la strada»: che cosa pensa adesso quando vede questi campi vuoti? A vedere d'inverno i campi sterili del Giappone non posso più continuare ad essere paziente. Con questa paglia io, da solo, comincerò una rivoluzione!
I giovani che erano stati a sentire in silenzio stavano adesso ridendo fino alle lacrime.
«Una rivoluzione di un uomo solo! Domani prendiamo un grande sacco di seme di orzo, riso e trifoglio e andiamo portandocelo sulle spalle, come Okuninushi-no-mikoto*, a spargere semi su tutti i campi di Tokaido
«Non è una rivoluzione di un uomo solo» risi, «è la rivoluzione di un solo filo di paglia!.»
Uscendo dalla casetta nella luce del sole pomeridiano, mi fermai un momento a guardare gli alberi del frutteto circostante carichi di frutta che stava maturando, e le galline che razzolavano fra le erbacce e il trifoglio. Allora iniziai la mia discesa verso i campi.



* Il leggendario dio giapponese della salute che va in giro spargendo buona fortuna da un grande sacco che si porta sulle spalle.

20090512

20090507

Festa della mamma 2009

Alla mia mamma che adora Zucchero.

E conoscendomi non si stupirà se Le dedico proprio questa...

:)