20080427
La mia prima raccolta
Ho ceduto.
Mai fatta in vita mia.
A parte la valutazione sulla reale convenienza (che a conti fatti non esiste) e il tempo utile che mi servirà per raggiungere lo scopo rigorosamente senza nessun tipo di contributo, il mio più grande dubbio è:
Centrifuga Tuttisucchi o Pistola a vapore?
:)
20080426
20080411
Saudagi
Il mio incontro con il Brasile risale a tanti anni fa.
Ero molto giovane, con poca esperienza e tanta voglia di divertirmi.
Fu il Brasile a trovare me.
Mi fece entrare nel suo mondo, era frizzante, divertente e riusciva a trascinarmi come mai nessuno aveva fatto prima.
Ballai con lei tutta la notte.
Quella stessa sera intrecciai una relazione che si rivelò importante e più tardi venni a sapere che proprio lei era stata complice di qualche serata di solo sesso...
Il fatto che non ci fosse stato nessun coinvolgimento emotivo mi diede più fastidio che se fosse stato vero amore, ma non potevo certo complicare il mio rapporto per qualcosa che faceva parte del passato.
Lei, dal canto suo, sapeva e per questo mi voleva.
Feci in modo di non incontrarla mai più e un po da finta perbenista cominciai a farmi un'idea dei costumi di quel paese.
Quella rimase la mia idea fino a che, per motivi di lavoro, incontrai Amir.
Pelle bianca, capelli mossi lunghissimi, bello come il sole, sorridente e gentile.
Un altro vortice innocente: brevissimo ma intenso.
Los Fabulosos Cadillacs è una band argentina ma è la canzone giusta in questo contesto, anche se può non sembrare...
Ero molto giovane, con poca esperienza e tanta voglia di divertirmi.
Fu il Brasile a trovare me.
Mi fece entrare nel suo mondo, era frizzante, divertente e riusciva a trascinarmi come mai nessuno aveva fatto prima.
Ballai con lei tutta la notte.
Quella stessa sera intrecciai una relazione che si rivelò importante e più tardi venni a sapere che proprio lei era stata complice di qualche serata di solo sesso...
Il fatto che non ci fosse stato nessun coinvolgimento emotivo mi diede più fastidio che se fosse stato vero amore, ma non potevo certo complicare il mio rapporto per qualcosa che faceva parte del passato.
Lei, dal canto suo, sapeva e per questo mi voleva.
Feci in modo di non incontrarla mai più e un po da finta perbenista cominciai a farmi un'idea dei costumi di quel paese.
Quella rimase la mia idea fino a che, per motivi di lavoro, incontrai Amir.
Pelle bianca, capelli mossi lunghissimi, bello come il sole, sorridente e gentile.
Un altro vortice innocente: brevissimo ma intenso.
Los Fabulosos Cadillacs è una band argentina ma è la canzone giusta in questo contesto, anche se può non sembrare...
Etichette:
Le Indimenticabili,
Los Fabulosos Cadillacs,
Molto personale
20080410
20080409
Filosofia ipercalorica
Tratto da un libro che consiglio assolutamente di leggere, riporto uno degli episodi più divertenti per una persona come me, amante della filosofia, che è a dieta un mese sì e uno no... meglio allora riderci sù e prenderla, appunto, con filosofia.
Il libro è Pura Anarchia di Woody Allen.
:)
Così mangiò Zarathustra
Niente più della scoperta di un inedito di un grande pensatore riesce a mandare in fibrillazione la comunità degli intellettuali e a far schizzare a destra e sinistra i professoroni, rendendoli pressoché identici a quei corpuscoli che si osservano in una goccia d'acqua sotto alla lente di un microscopio. Durante un recente soggiorno a Heidelberg, dove ero andato a procurarmi alcune rarissime cicatrici da duello del XIX secolo, mi sono imbattuto proprio in un tesoro del genere.
Chi avrebbe mai pensato all'esistenza del Libro delle diete di Friedrich Nietzsche?
Nonostante la sua autenticità possa apparire ai soliti tromboni leggermente dubbia, la maggior parte di coloro che hanno studiato l'opera sostiene che nessun altro pensatore occidentale è mai arrivato a conciliare Platone e Nathan Pritikin (n.d.t. ingegnere americano che ha dato il proprio nome a una famosa dieta). Ne riporto alcuni assaggi.
Il grasso in sé è una sostanza, o essenza di una sostanza, o modalità di tale essenza. Il vero problema è quando si accumula sui nostri fianchi. Tra i presocratici, fu Zenone a sostenere che il peso è un illusione e che, al di là di quanto mangi, un uomo è sempre grasso la metà di un suo simile che non fa mai le flessioni.
La ricerca del corpo ideale era una vera ossessione per gli ateniesi: in una tragedia perduta di Eschilo, Clitennestra infrange il proprio voto di rinuncia agli spuntini tra i pasti, finendo per strapparsi gli occhi quando si accorge di non riuscire più a entrare nel costume da bagno.
Ci volle la mente di Aristotele per porre in termini scientifici il problema del peso. In un antico frammento dell'Etica, il filosofo afferma che la circonferenza di un uomo è pari al suo giro vita moltiplicato pi greco. Tanto bastò fino al Medioevo, quando Tommaso d'Aquino tradusse in latino un buon numero di menù e vennero aperte le prime degustazioni di ostriche di un certo livello. La Chiesa continuava a non vedere di buon occhio le cene al ristorante, e affidare il destriero a un posteggiatore era considerato peccato veniale.
Come sappiamo, per secoli il Soglio Pontificio ha considerato il panino al tacchino piccante come il massimo della licenziosità; molti sandwich furono banditi e divennero consumabili solo dopo la Riforma.
Risalgono ad alcuni dipinti religiosi del XIV secolo le prime scene di dannazione in cui gli obesi vagano per l'Inferno, condannati allo yogurt e alle insalate. Gli spagnoli erano particolarmente crudeli: durante l'Inquisizione, un uomo poteva finire al rogo per aver farcito un avocado con la polpa di granchio.
Nessun filosofo si avvicinò alla soluzione del problema del peso e del senso di colpa finché Cartesio non separò il corpo dalla mente: a questo punto, il corpo poteva rimpinzarsi, mentre la mente pensava: e chissene frega, tanto non sono io.
Ma la grande domanda della filosofia rimane: se la vita è priva di significato, come la mettiamo con la pastina a forma di lettere dell'alfabeto?
Fu Leibniz ad affermare per primo che il grasso era composto di monadi. Leibniz seguiva una dieta e faceva ginnastica, tuttavia non riuscì mai a liberarsi delle sue monadi - quanto meno non di quelle che gli aderivano alle cosce.
Spinoza, dal canto suo era molto frugale nei pasti, perché credeva che Dio esiste in ogni cosa: in effetti si prova una certa suggestione a divorare una knish se si pensa di star spalmando la senape sulla Causa di Tutte le Cose.
Esiste un rapporto tra il genio creativo e un sano regime alimentare? Prendiamo il compositore Richard Wagner, e vediamo di cosa non si rimpinza. Patate fritte, formaggio alla griglia, nachos... Cristo, non c'è davvero limite a quell'appetito, eppure la sua musica è sublime! Anche Cosima, sua moglie non si fa mancare nulla - ma almeno va a correre tutti i giorni.
In una scena espunta dal ciclo dell'Anello, Sigfrido decide di cenare fuori insieme alle figlie del Reno e, con un atto di eroismo, consuma un bue, due dozzine di polli, diverse forme di formaggio e quindici barilotti di birra. Al momento di pagare il conto, scopre di non avere soldi a sufficienza. Il punto è che nella vita abbiamo diritto a un contorno, insalata di cavolo o di patate, e la scelta fa tremare
le vene ai polsi perché sappiamo non solo che il nostro tempo sulla terra è limitato, ma anche che la maggior parte delle cucine chiude alle dieci.
Per Schopenauer, la catastrofe esistenziale non era tanto il mangiare quanto il masticare rumorosamente. Il buon Arthur si scagliava in particolare contro l'insensato sgranocchio di arachidi e patatine mentre si è impegnati in altro.
Una volta che il mastichio è iniziato, sosteneva Schopenauer, l'essere umano non resisterà a replicare la sua azione, e il risultato sarà un universo ricoperto di briciole.
Non meno in errore era Kant, che proponeva di fare l'ordinazione in modo tale che, se tutti avessero scelto la stessa pietanza, il mondo avrebbe rispettato la legge morale.
Purtroppo Kant non aveva previsto un problema: se tutti ordinano il medesimo piatto, in cucina si bisticcerà per decidere a chi tocca l'ultimo branzino. "Ordina come se stessi ordinando per ogni essere umano sulla terra", raccomanda il filosofo prussiano - e se l'uomo accanto non mangia il guacamole?
La verità è che, ovviamente, non esistono pietanze morali. A meno di non considerare le uova sode.
In sintesi: a parte le mie frittelle Al di là del Bene del Male e il condimento per insalate Volontà di Potenza, tra le grandi ricette che hanno cambiato il pensiero dell'Occidente il Tortino di pollo di Hegel fu la prima ad utilizzare gli avanzi con significative implicazioni politiche.
I Gamberetti saltati con Verdure di Spinoza possono essere apprezzati tanto dagli atei quanto dagli agnostici, mentre una misconosciuta ricetta di Hobbes per le Costolette di Agnellino alla griglia rimane a tutt'oggi un enigma intellettuale.
Il grande vantaggio della Dieta Nietzsche è che, una volta persi, i chili non ritornano - a differenza del Tractatus sugli Amidi di Kant.
PRIMA COLAZIONE
Succo d'arancia
2 fette di bacon
Profiterole
Cozze gratinate
Toast
Tisana
Il succo dell'arancia è l'essenza stessa dell'arancia resa manifesta - e con questo intendo la sua vera natura, ciò che dà all'arancia la sua "arancità" e le impedisce, per esempio, di sapere di farina d'avena o di salmone in crosta.
Nell'osservante, l'idea di fare colazione con qualcosa di diverso dai cereali produce ansie e timori, ma con la morte di Dio tutto è permesso, si possono consumare a volontà sia le cozze che il profiterole, e persino le alette di pollo piccanti.
PRANZO
1 piatto di spaghetti pomodoro e basilico
Pane bianco
Purè di patate
Sacher Torte
I forti mangeranno sempre cibi pesanti e conditi da salse speziate, mentre i deboli pilucchieranno tofu e germe di grano, convinti che i loro sacrifici gli varranno una ricompensa in un aldilà dove furoreggiano le grigliate di carne.
Ma se, come io sostengo, l'aldilà è un eterno ritorno di questa vita, i miti si ritroveranno a pasteggiare in eterno con cibi a basso contenuto di carboidrati e pollo lesso senza pelle.
CENA
Bistecca o salsicce
Crocchette di patate
Aragosta alla Termidoro
Gelato con panna o torta Saint Honoré
Questo è il pasto del Superuomo. Chi si angustia per gli acidi grassi insaturi o per i trigliceridi alti mangi pure secondo le raccomandazioni del pastore o del dietologo. Il Superuomo, invece, sa che la carne marezzata, i formaggi cremosi abbinati a ricchi dessert e... ebbene sì, le fritture miste e abbondanti sono proprio le cose che mangerebbe Dioniso - se non fosse per i suoi problemi di gastrite.
AFORISMI
L'epistemologia rende le diete una questione di lana caprina. Se nulla esiste al di fuori della mia mente, non solo posso ordinare tutto, ma il servizio sarà impeccabile.
L'uomo è l'unico essere vivente che non lascia la mancia al cameriere.
Il libro è Pura Anarchia di Woody Allen.
:)
Così mangiò Zarathustra
Niente più della scoperta di un inedito di un grande pensatore riesce a mandare in fibrillazione la comunità degli intellettuali e a far schizzare a destra e sinistra i professoroni, rendendoli pressoché identici a quei corpuscoli che si osservano in una goccia d'acqua sotto alla lente di un microscopio. Durante un recente soggiorno a Heidelberg, dove ero andato a procurarmi alcune rarissime cicatrici da duello del XIX secolo, mi sono imbattuto proprio in un tesoro del genere.
Chi avrebbe mai pensato all'esistenza del Libro delle diete di Friedrich Nietzsche?
Nonostante la sua autenticità possa apparire ai soliti tromboni leggermente dubbia, la maggior parte di coloro che hanno studiato l'opera sostiene che nessun altro pensatore occidentale è mai arrivato a conciliare Platone e Nathan Pritikin (n.d.t. ingegnere americano che ha dato il proprio nome a una famosa dieta). Ne riporto alcuni assaggi.
Il grasso in sé è una sostanza, o essenza di una sostanza, o modalità di tale essenza. Il vero problema è quando si accumula sui nostri fianchi. Tra i presocratici, fu Zenone a sostenere che il peso è un illusione e che, al di là di quanto mangi, un uomo è sempre grasso la metà di un suo simile che non fa mai le flessioni.
La ricerca del corpo ideale era una vera ossessione per gli ateniesi: in una tragedia perduta di Eschilo, Clitennestra infrange il proprio voto di rinuncia agli spuntini tra i pasti, finendo per strapparsi gli occhi quando si accorge di non riuscire più a entrare nel costume da bagno.
Ci volle la mente di Aristotele per porre in termini scientifici il problema del peso. In un antico frammento dell'Etica, il filosofo afferma che la circonferenza di un uomo è pari al suo giro vita moltiplicato pi greco. Tanto bastò fino al Medioevo, quando Tommaso d'Aquino tradusse in latino un buon numero di menù e vennero aperte le prime degustazioni di ostriche di un certo livello. La Chiesa continuava a non vedere di buon occhio le cene al ristorante, e affidare il destriero a un posteggiatore era considerato peccato veniale.
Come sappiamo, per secoli il Soglio Pontificio ha considerato il panino al tacchino piccante come il massimo della licenziosità; molti sandwich furono banditi e divennero consumabili solo dopo la Riforma.
Risalgono ad alcuni dipinti religiosi del XIV secolo le prime scene di dannazione in cui gli obesi vagano per l'Inferno, condannati allo yogurt e alle insalate. Gli spagnoli erano particolarmente crudeli: durante l'Inquisizione, un uomo poteva finire al rogo per aver farcito un avocado con la polpa di granchio.
Nessun filosofo si avvicinò alla soluzione del problema del peso e del senso di colpa finché Cartesio non separò il corpo dalla mente: a questo punto, il corpo poteva rimpinzarsi, mentre la mente pensava: e chissene frega, tanto non sono io.
Ma la grande domanda della filosofia rimane: se la vita è priva di significato, come la mettiamo con la pastina a forma di lettere dell'alfabeto?
Fu Leibniz ad affermare per primo che il grasso era composto di monadi. Leibniz seguiva una dieta e faceva ginnastica, tuttavia non riuscì mai a liberarsi delle sue monadi - quanto meno non di quelle che gli aderivano alle cosce.
Spinoza, dal canto suo era molto frugale nei pasti, perché credeva che Dio esiste in ogni cosa: in effetti si prova una certa suggestione a divorare una knish se si pensa di star spalmando la senape sulla Causa di Tutte le Cose.
Esiste un rapporto tra il genio creativo e un sano regime alimentare? Prendiamo il compositore Richard Wagner, e vediamo di cosa non si rimpinza. Patate fritte, formaggio alla griglia, nachos... Cristo, non c'è davvero limite a quell'appetito, eppure la sua musica è sublime! Anche Cosima, sua moglie non si fa mancare nulla - ma almeno va a correre tutti i giorni.
In una scena espunta dal ciclo dell'Anello, Sigfrido decide di cenare fuori insieme alle figlie del Reno e, con un atto di eroismo, consuma un bue, due dozzine di polli, diverse forme di formaggio e quindici barilotti di birra. Al momento di pagare il conto, scopre di non avere soldi a sufficienza. Il punto è che nella vita abbiamo diritto a un contorno, insalata di cavolo o di patate, e la scelta fa tremare
le vene ai polsi perché sappiamo non solo che il nostro tempo sulla terra è limitato, ma anche che la maggior parte delle cucine chiude alle dieci.
Per Schopenauer, la catastrofe esistenziale non era tanto il mangiare quanto il masticare rumorosamente. Il buon Arthur si scagliava in particolare contro l'insensato sgranocchio di arachidi e patatine mentre si è impegnati in altro.
Una volta che il mastichio è iniziato, sosteneva Schopenauer, l'essere umano non resisterà a replicare la sua azione, e il risultato sarà un universo ricoperto di briciole.
Non meno in errore era Kant, che proponeva di fare l'ordinazione in modo tale che, se tutti avessero scelto la stessa pietanza, il mondo avrebbe rispettato la legge morale.
Purtroppo Kant non aveva previsto un problema: se tutti ordinano il medesimo piatto, in cucina si bisticcerà per decidere a chi tocca l'ultimo branzino. "Ordina come se stessi ordinando per ogni essere umano sulla terra", raccomanda il filosofo prussiano - e se l'uomo accanto non mangia il guacamole?
La verità è che, ovviamente, non esistono pietanze morali. A meno di non considerare le uova sode.
In sintesi: a parte le mie frittelle Al di là del Bene del Male e il condimento per insalate Volontà di Potenza, tra le grandi ricette che hanno cambiato il pensiero dell'Occidente il Tortino di pollo di Hegel fu la prima ad utilizzare gli avanzi con significative implicazioni politiche.
I Gamberetti saltati con Verdure di Spinoza possono essere apprezzati tanto dagli atei quanto dagli agnostici, mentre una misconosciuta ricetta di Hobbes per le Costolette di Agnellino alla griglia rimane a tutt'oggi un enigma intellettuale.
Il grande vantaggio della Dieta Nietzsche è che, una volta persi, i chili non ritornano - a differenza del Tractatus sugli Amidi di Kant.
PRIMA COLAZIONE
Succo d'arancia
2 fette di bacon
Profiterole
Cozze gratinate
Toast
Tisana
Il succo dell'arancia è l'essenza stessa dell'arancia resa manifesta - e con questo intendo la sua vera natura, ciò che dà all'arancia la sua "arancità" e le impedisce, per esempio, di sapere di farina d'avena o di salmone in crosta.
Nell'osservante, l'idea di fare colazione con qualcosa di diverso dai cereali produce ansie e timori, ma con la morte di Dio tutto è permesso, si possono consumare a volontà sia le cozze che il profiterole, e persino le alette di pollo piccanti.
PRANZO
1 piatto di spaghetti pomodoro e basilico
Pane bianco
Purè di patate
Sacher Torte
I forti mangeranno sempre cibi pesanti e conditi da salse speziate, mentre i deboli pilucchieranno tofu e germe di grano, convinti che i loro sacrifici gli varranno una ricompensa in un aldilà dove furoreggiano le grigliate di carne.
Ma se, come io sostengo, l'aldilà è un eterno ritorno di questa vita, i miti si ritroveranno a pasteggiare in eterno con cibi a basso contenuto di carboidrati e pollo lesso senza pelle.
CENA
Bistecca o salsicce
Crocchette di patate
Aragosta alla Termidoro
Gelato con panna o torta Saint Honoré
Questo è il pasto del Superuomo. Chi si angustia per gli acidi grassi insaturi o per i trigliceridi alti mangi pure secondo le raccomandazioni del pastore o del dietologo. Il Superuomo, invece, sa che la carne marezzata, i formaggi cremosi abbinati a ricchi dessert e... ebbene sì, le fritture miste e abbondanti sono proprio le cose che mangerebbe Dioniso - se non fosse per i suoi problemi di gastrite.
AFORISMI
L'epistemologia rende le diete una questione di lana caprina. Se nulla esiste al di fuori della mia mente, non solo posso ordinare tutto, ma il servizio sarà impeccabile.
L'uomo è l'unico essere vivente che non lascia la mancia al cameriere.
20080407
Felice semplicità
Tratto da:
Lettera sulla Felicità a Meneceo - Epicuro
Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell'animo nostro.
Chi sostiene che non è ancora giunto il momento di dedicarsi alla conoscenza di essa, o che ormai è troppo tardi, è come se andasse dicendo che non è ancora il momento di essere felice, o che ormai è passata l'età.
...
Cerchiamo di conoscere allora le cose che hanno la felicità, perché quando essa c'è tutto abbiamo, altrimenti tutto facciamo per possederla.
Prima di tutto considera l'essenza del divino materia eterna e felice, come rettamente suggerisce la nozione di divinità che ci è innata. Non attribuire alla divinità niente che sia diverso dal sempre vivente o contrario a tutto ciò che è felice, vedi sempre in essa lo stato eterno congiunto alla felicità.
...
Poi abituati a pensare che la morte non costituisce nulla per noi, dal momento che il godere e il soffrire sono entrambi nel sentire, e la morte altro non è che la sua assenza. L'esatta coscienza che la morte non significa nulla per noi rende godibile la mortalità della vita, senza l'inganno del tempo infinito che è indotto dal desiderio dell'immortalità.
La morte, il più atroce dunque di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti. Per i vivi non c'è, i morti non sono più.
Il vero saggio, come non gli dispiace vivere, così non teme di non viver più. La vita per lui non è un male, né è un male il non vivere. Ma come dei cibi sceglie il migliore, non la quantità, così non il tempo più lungo si gode, ma il più dolce.
...
Ricordiamoci poi che il futuro non è del tutto nostro, ma neanche del tutto non nostro. Solo così possiamo non aspettarci che assolutamente s'avveri, né allo stesso modo disperare del contrario.
Così pure teniamo presente che per quanto riguarda i desideri, solo alcuni sono naturali, altri sono inutili, e fra i naturali solo alcuni quelli proprio necessari, altri naturali soltanto. Ma fra i necessari certi sono fondamentali per la felicità, altri per il benessere fisico, altri per la stessa vita.
Una ferma conoscenza dei desideri fa ricondurre ogni scelta o rifiuto al benessere del corpo e alla perfetta serenità dell'animo, perché questo è il compito della vita felice, a questo noi indirizziamo ogni nostra azione, al fine di allontanarci dalla sofferenza e dall'ansia.
Una volta raggiunto questo stato ogni bufera interna cessa, perché il nostro organismo vitale non è più bisognoso di alcuna cosa, altro non deve cercare per il bene dell'animo e del corpo. Infatti proviamo bisogno del piacere quando soffriamo per la mancanza di esso. Quando invece non soffriamo non ne abbiamo bisogno.
Per questo noi riteniamo il piacere principio e fine della vita felice, perché lo abbiamo riconosciuto bene primo a noi congenito. Ad esso ci ispiriamo per ogni atto di scelta o di rifiuto e scegliamo ogni bene in base al sentimento del piacere o del dolore.
...
Consideriamo inoltre una gran cosa l'indipendenza dai bisogni non perché ci si debba accontentare del poco, ma per godere anche di questo poco se ci capita di non avere molto, convinti come siamo che l'abbondanza si gode con più dolcezza se meno da essa dipendiamo.
In fondo ciò che veramente serve non è difficile a trovarsi, l'inutile è difficile. I sapori semplici danno lo stesso lo stesso piacere dei più raffinati, l'acqua e un pezzo di pane fanno il piacere più pieno a chi ne manca.
Saper vivere di poco non solo porta salute e ci fa privi d'apprensione verso i bisogni della vita ma anche, quando ad intervalli ci capita di menare un'esistenza ricca, ci fa apprezzare meglio questa condizione e indifferenti verso gli scherzi della sorte.
Quando dunque diciamo che il bene è il piacere, non intendiamo il semplice piacere dei goderecci, come credono coloro che ignorano il nostro pensiero o lo avversano o lo interpretano male, ma quando aiuta il corpo a non soffrire e l'animo ad essere sereno.
Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'anima causa di immensa sofferenza.
Chi suscita più ammirazione di colui che ha un'opinione corretta e reverente riguardo agli dei, nessun timore della morte, chiara coscienza del senso della natura, che tutti i beni che realmente servono sono facilmente procacciabili, che i mali se affliggono duramente affliggono per poco, altrimenti se lo fanno a lungo vuol dire che si possono sopportare?
Questo genere d'uomo sa anche che è vana opinione credere il fato padrone di tutto, perché le cose accadono per necessità, o per arbitrio della fortuna, o per arbitrio nostro.
La necessità è irresponsabile, la fortuna instabile, invece il nostro arbitrio è libero, per questo può meritarsi biasimo e lode.
La fortuna per il saggio non è una divinità come per la massa, la divinità non fa nulla a caso, e neppure qualcosa priva di consistenza.
Non crede che essa dia agli uomini alcun bene o male determinante per la vita felice, ma sa che può offrire l'avvio a grandi beni o mali.
Però è meglio essere senza fortuna ma saggi che fortunati e stolti e nella pratica è preferibile che un bel progetto non vada in porto piuttosto che abbia successo un progetto dissennato.
Non sembra nemmeno più mortale l'uomo che vive fra beni immortali.
A mio modestissimo parere un pensiero tutt'altro che facile da capire in profondità e tanto meno da attuare perché molto ascetico.
Oltre ai concetti molto stimolanti mi ha stupito moltissimo che questo maestro filosofo, che viveva in maniera morigerata e frugale, fosse stato calunniato pesantamente e avesse moltissimi nemici.
Accuse infondate le loro perché moltissime testimonianze attestavano la sua bontà d'animo e generosità anche verso la patria.
Lettera sulla Felicità a Meneceo - Epicuro
Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell'animo nostro.
Chi sostiene che non è ancora giunto il momento di dedicarsi alla conoscenza di essa, o che ormai è troppo tardi, è come se andasse dicendo che non è ancora il momento di essere felice, o che ormai è passata l'età.
...
Cerchiamo di conoscere allora le cose che hanno la felicità, perché quando essa c'è tutto abbiamo, altrimenti tutto facciamo per possederla.
Prima di tutto considera l'essenza del divino materia eterna e felice, come rettamente suggerisce la nozione di divinità che ci è innata. Non attribuire alla divinità niente che sia diverso dal sempre vivente o contrario a tutto ciò che è felice, vedi sempre in essa lo stato eterno congiunto alla felicità.
...
Poi abituati a pensare che la morte non costituisce nulla per noi, dal momento che il godere e il soffrire sono entrambi nel sentire, e la morte altro non è che la sua assenza. L'esatta coscienza che la morte non significa nulla per noi rende godibile la mortalità della vita, senza l'inganno del tempo infinito che è indotto dal desiderio dell'immortalità.
La morte, il più atroce dunque di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti. Per i vivi non c'è, i morti non sono più.
Il vero saggio, come non gli dispiace vivere, così non teme di non viver più. La vita per lui non è un male, né è un male il non vivere. Ma come dei cibi sceglie il migliore, non la quantità, così non il tempo più lungo si gode, ma il più dolce.
...
Ricordiamoci poi che il futuro non è del tutto nostro, ma neanche del tutto non nostro. Solo così possiamo non aspettarci che assolutamente s'avveri, né allo stesso modo disperare del contrario.
Così pure teniamo presente che per quanto riguarda i desideri, solo alcuni sono naturali, altri sono inutili, e fra i naturali solo alcuni quelli proprio necessari, altri naturali soltanto. Ma fra i necessari certi sono fondamentali per la felicità, altri per il benessere fisico, altri per la stessa vita.
Una ferma conoscenza dei desideri fa ricondurre ogni scelta o rifiuto al benessere del corpo e alla perfetta serenità dell'animo, perché questo è il compito della vita felice, a questo noi indirizziamo ogni nostra azione, al fine di allontanarci dalla sofferenza e dall'ansia.
Una volta raggiunto questo stato ogni bufera interna cessa, perché il nostro organismo vitale non è più bisognoso di alcuna cosa, altro non deve cercare per il bene dell'animo e del corpo. Infatti proviamo bisogno del piacere quando soffriamo per la mancanza di esso. Quando invece non soffriamo non ne abbiamo bisogno.
Per questo noi riteniamo il piacere principio e fine della vita felice, perché lo abbiamo riconosciuto bene primo a noi congenito. Ad esso ci ispiriamo per ogni atto di scelta o di rifiuto e scegliamo ogni bene in base al sentimento del piacere o del dolore.
...
Consideriamo inoltre una gran cosa l'indipendenza dai bisogni non perché ci si debba accontentare del poco, ma per godere anche di questo poco se ci capita di non avere molto, convinti come siamo che l'abbondanza si gode con più dolcezza se meno da essa dipendiamo.
In fondo ciò che veramente serve non è difficile a trovarsi, l'inutile è difficile. I sapori semplici danno lo stesso lo stesso piacere dei più raffinati, l'acqua e un pezzo di pane fanno il piacere più pieno a chi ne manca.
Saper vivere di poco non solo porta salute e ci fa privi d'apprensione verso i bisogni della vita ma anche, quando ad intervalli ci capita di menare un'esistenza ricca, ci fa apprezzare meglio questa condizione e indifferenti verso gli scherzi della sorte.
Quando dunque diciamo che il bene è il piacere, non intendiamo il semplice piacere dei goderecci, come credono coloro che ignorano il nostro pensiero o lo avversano o lo interpretano male, ma quando aiuta il corpo a non soffrire e l'animo ad essere sereno.
Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'anima causa di immensa sofferenza.
Chi suscita più ammirazione di colui che ha un'opinione corretta e reverente riguardo agli dei, nessun timore della morte, chiara coscienza del senso della natura, che tutti i beni che realmente servono sono facilmente procacciabili, che i mali se affliggono duramente affliggono per poco, altrimenti se lo fanno a lungo vuol dire che si possono sopportare?
Questo genere d'uomo sa anche che è vana opinione credere il fato padrone di tutto, perché le cose accadono per necessità, o per arbitrio della fortuna, o per arbitrio nostro.
La necessità è irresponsabile, la fortuna instabile, invece il nostro arbitrio è libero, per questo può meritarsi biasimo e lode.
La fortuna per il saggio non è una divinità come per la massa, la divinità non fa nulla a caso, e neppure qualcosa priva di consistenza.
Non crede che essa dia agli uomini alcun bene o male determinante per la vita felice, ma sa che può offrire l'avvio a grandi beni o mali.
Però è meglio essere senza fortuna ma saggi che fortunati e stolti e nella pratica è preferibile che un bel progetto non vada in porto piuttosto che abbia successo un progetto dissennato.
Non sembra nemmeno più mortale l'uomo che vive fra beni immortali.
A mio modestissimo parere un pensiero tutt'altro che facile da capire in profondità e tanto meno da attuare perché molto ascetico.
Oltre ai concetti molto stimolanti mi ha stupito moltissimo che questo maestro filosofo, che viveva in maniera morigerata e frugale, fosse stato calunniato pesantamente e avesse moltissimi nemici.
Accuse infondate le loro perché moltissime testimonianze attestavano la sua bontà d'animo e generosità anche verso la patria.
20080405
Buffoni
Ho visto con entusiasmo tutti film di Massimo Troisi e grazie al web ho potuto apprezzare anche le divertenti performance televisive.
Un omaggio a questo attore unico scomparso prematuramente e anche alla città di Napoli che continua, neanche tanto misteriosamente, a far parte del mio destino.
Il secondo filmato è solo una piccola parte di "La porti un bacione a Firenze" con Renzo Arbore.
Ho una traccia audio completa ed è un vero peccato non poter vedere l'intero spettacolo perché indubbiamente spassoso.
Un omaggio a questo attore unico scomparso prematuramente e anche alla città di Napoli che continua, neanche tanto misteriosamente, a far parte del mio destino.
Il secondo filmato è solo una piccola parte di "La porti un bacione a Firenze" con Renzo Arbore.
Ho una traccia audio completa ed è un vero peccato non poter vedere l'intero spettacolo perché indubbiamente spassoso.
20080402
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