20080929
"Pene” di morte
Tratto da:
La donna sulle dune - Anais Nin
Era a Parigi quando avevano impiccato un radicale russo che aveva ucciso un diplomatico …
A quei tempi per chi commetteva reati gravi esisteva ancora la pena di morte. Generalmente veniva eseguita all’alba, quando nessuno era ancora alzato, in una piccola piazza vicino alla prigione della Santé, dove ai tempi della rivoluzione si ergeva la ghigliottina …
Tutti gli studenti e gli artisti di Montparnasse, i giovani agitatori e rivoluzionari avevano deciso di assistere all’esecuzione. Aspettarono alzati tutta la notte, ubriacandosi. Lei aveva aspettato con loro, si era ubriacata con loro, e si sentiva molto eccitata e impaurita. Era la prima volta che stava per vedere impiccare qualcuno. Era la prima volta che era testimone di una scena che si era ripetuta molte, molte volte durante la rivoluzione. Verso l’alba la folla si spostò verso la piazza, avvicinandosi il più possibile nonostante il cordone di poliziotti, e si raccolse in cerchio. Lei si sentiva trasportata dalle ondate di folla e di gente che spingeva verso un luogo che distava dieci metri dall’impalcatura. Stava là, spinta verso il capestro, osservando affascinata e terrorizzata. Poi un movimento della folla la allontanò dalla sua posizione. Poteva ancora vedere stando in piedi. La gente la schiacciava da tutte le parti. Il prigioniero fu introdotto con gli occhi bendati. Il boia lo aspettava, poco distante. Due poliziotti tenevano l’uomo e lentamente lo portavano su per le scale del patibolo. In quel momento si accorse di qualcuno che premeva contro di lei più per ardore che per necessità. Nella condizione di tremore e di eccitazione in cui si trovava, quella pressione non era spiacevole. Il suo corpo era eccitato. Comunque, si poteva muovere a malapena, inchiodata come era dalla folla curiosa …
Due mani le circondarono la vita, e sentì nettamente il corpo di un uomo, il duro desiderio di lui contro il suo culo. Trattenne il respiro. I suoi occhi fissavano il russo che stava per essere impiccato, e che la rendeva dolorosamente nervosa, mentre nello stesso tempo due mani raggiungevano il suo seno e lo schiacciavano. Si sentì stordita da sensazioni contrastanti. Non si mosse, né girò la testa. Una mano stava ora cercando un’apertura nella gonna e trovò i bottoni. Ogni bottone che la mano slacciava la faceva ansimare di paura mista a sollievo. La mano aspettò, temendo una protesta, prima di continuare con il bottone successivo. Lei non si mosse. Poi con una destrezza e una prontezza che non si sarebbe mai aspettata, le due mani le fecero girare la gonna in modo da spostare l’apertura di dietro. In piedi tra la folla, quello che ora poteva sentire era un pene che si introduceva lentamente nell’apertura della gonna. I suoi occhi rimasero fissi sull’uomo che saliva sul patibolo, mentre a ogni battito del cuore il pene guadagnava terreno. Era passato attraverso la gonna e aveva aperto una fessura nelle mutandine. Come era caldo e solido e duro contro la sua carne. Ora il condannato era sul patibolo e il nodo scorsoio gli stava passando intorno al collo. Il dolore provocato da questa visione era così grande da rendere il contatto carnale un sollievo, una cosa umana, calda e consolatoria. Le sembrava che quel pene che si agitava tra le sue natiche fosse qualcosa di stupendo che si aggrappava alla vita, alla vita mentre la morte era così vicina … Senza dire una parola, il russo infilò la testa nel cappio. Il corpo di lei tremò. Il pene si muoveva tra le soffici pieghe delle sue natiche, facendosi inesorabilmente strada verso la sua carne. Lei vibrava di paura, ed era come una vibrazione di desiderio. Come il condannato si trovò lanciato nello spazio e nella morte, il pene vibrò dentro di lei, emettendo a fiotti la sua calda linfa. La folla le spinse l’uomo contro. Smise quasi di respirare, e, mentre la sua paura si trasformava in piacere, in piacere selvaggio sentendo la vita mentre un uomo stava morendo, svenne.
Potrei mettermi a scrivere di come il raggiungimento della morte va di pari passo a quello dell'orgasmo o dell'erotismo come protesta al potere, o ancora lasciarmi trascinare dal confronto della morte (impiccagione) con l'immortalità della vita (sperma).
Non ci penso neanche, troppo difficile, non ne sarei capace.
La verità è che trovo questo passo terribilmente eccitante.
ps: ogni riferimento a fatti, persone, nazionalità è puramente casuale.
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