20080710

Virgilio? Il solito guastafeste.

L'origine dell'amore

(Purgatorio, XVIII)

Tratto da La Divina Commedia - G. Castelli

Virgilio, dopo aver esposto la sua teoria sull'amore buono e sull'amore malvagio, osserva Dante per vedere se fosse stato soddisfatto di quanto aveva detto.

Ma Dante non lo era, pungolato da un nuovo desiderio di apprendere sulla natura dell'amore. Tuttavia per delicatezza stava zitto, pensando: «Forse gli do fastidio a insistere con troppe domande».

Virgilio, vero padre, accortosi del timido desiderio del compagno e della sua riluttanza, lo invitò a parlare. Dante allora chiese:

«Maestro, la mia intelligenza si rischiara e si rafforza molto per la tua dottrina tanto che io intendo chiaramente ciò che mi spieghi: perciò ti prego, dolce padre caro, dimmi che cosa è questo amore che tu giudichi causa di ogni buona e cattiva azione umana?»

Virgilio rispose:

«Stai attento e raccogli tutta la forza della tua mente al mio ragionamento e chiaramente ti apparirà l'errore di quegli uomini ciechi della mente che si vogliono fare maestri e guide degli altri.

L'animo umano, creato con la disposizione ad amare subito, è pronto a volgersi ad ogni cosa che gli piaccia, non appena la sua disposizione è stimolata e messa in atto dal piacere.

L'intelletto riceve le impressioni e le immagini delle cose reali esterne e le comunica all'animo che così si rivolge a quelle cose che, o per esserle o per sembrargli buone, gli piacciono.

L'animo umano vi si abbandona del tutto e questo abbandono è amore naturale, legato all'uomo dalla potenza del piacere che procura la cosa o l'immagine.

Poi, come il fuoco si muove verso l'alto per la sua essenza che tende a salire dove si mantiene più vivo, così l'animo innamorato comincia a desiderare la cosa amata e l'ama con una forza spirituale che non si quieta finché non possa gioire di aver raggiunto, toccato, acquistato la cosa amata.

Da queste ragioni puoi comprendere come siano lontani dalla verità quei filosofi epicurei che ammettono come principio indiscutibile che qualunque amore è di per sé lodevole.

In realtà l'oggetto dell'amore può essere cattivo, come non è buona qualunque figura che si imprime nella cera, benché la cera sia di ottima qualità.»

1 commento:

Unknown ha detto...

@XIT: Dipende cosa si intende per "sentimentale”. Mi commuovo per una storia d'amore ma difficilmente per un uomo e se lo faccio non è per amore ma per compassione.
Non sono molto emotiva in questo senso e in passato ho avuto anche dei problemi per questa "freddezza" (oppure me li son trovati io con la "sindrome rancorosa da abbandono”). Questo però non vuol dire che non sia anche dolce, è un discorso complesso...

@Alì: Macché difficile! Facciamo allora uno scambio culturale? Sai che hanno già provato ad insegnarmi la tua lingua? Su un autobus! :)