20081214

Alice nel paese delle Trombavoglie (I)



Introduzione di Davide Sala ad Alice nel paese delle meraviglie

(Edizione Giunti)

Un'ultima riflessione, su moralità, amoralità, immoralità nei racconti per bambini. Sappiamo tutti quali sono gli ingredienti che, nella società contemporanea, fanno il successo dei prodotti narrativi per giovanissimi. Avventura, sesso e violenza spinti e banalizzati all'estremo incollano senza scampo i nostri figli alla serie televisiva, al film, al fumetto di turno. Una mancanza di cultura, o forse di memoria culturale, ci fa spesso dimenticare che gli stessi ingredienti hanno incollato a libri e racconti generazioni di giovani fin dagli albori della storia. Puntando l'attenzione su prodotti narrativi per bambini, non possiamo fare a meno di notare come sesso e violenza siano le basi, più o meno celate, delle favole della nostra infanzia.
Chi può negare la pioggia di sangue che lorda le pagine di Cappuccetto Rosso? Chi disconosce la simbologia fallica del naso di Pinocchio? Se controbattiamo che in Cappuccetto rosso la violenza è confinata nella sfera della fantasia dovremmo riconoscere di aver cresciuto figli così mentecatti da credere prodotti della cronaca le Tartarughe Ninja o i Power Rangers. Se invece confidiamo nel mascheramento del simbolo sessuale da parte del Collodi, dovremmo interrogarci sugli effetti deleteri di un messaggio subliminale del tipo: se dici le bugie ti diventa lungo.
Spesso ci si sofferma troppo sulla superficie dei prodotti narrativi per bambini (enumerando morti ammazzati, parolacce e seni nudi contenuti in ognuno di essi), senza curarsi minimamente delle loro strutture assiologiche profonde.
Anche in Alice nel paese delle Meraviglie è possibile individuare simboli sessuali ed episodi di violenza inaudita: da una parte il collo/fallo della bambina che si allunga a dismisura o la porticina/vagina nascosta dietro la tenda; dall'altra una Regina sanguinaria che fa decapitare chiunque le capiti a tiro, o il crudele "richiamo all'ordine" dei porcellini d'India.
Questo tipo di violenza non differisce dai Power Rangers perché meno 'reale', ma piuttosto perché è la concretizzazione di uno schema assiologico profondo in cui la significatività, l'efficacia e l'etica stessa della convenzione-violenza sono radicalmente messe in ridicolo: è a questo livello profondo che è forse possibile fare dei distinguo: le liste dei morti ammazzati o dei nudi integrali risolvono ben poco.

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