20081224

Il quarto uomo "vien" da sé. O no?

Per la vigilia di questo natale scelgo di scrivere brevemente qualcosa riguardo ai difficili rapporti tra uomo e donna.

Ho sempre detto a tutti i miei amici maschi che mi ritengo molto fortunata a far parte del genere femminile e, con sincerità, ho esposto che il motivo principale sono le troppe difficoltà esistenti nel comprendere stati d'animo, paranoie e manie femminili.

Il comico Brignano fa una divertente parodia di "sfogo femminile" in cui mi ritrovo solo in parte e certamente non sotto quel tipo di profilo economico perché lavorando riesco a soddisfare i miei bisogni in piena autonomia.

Ritengo anzi fondamentale, per una donna che rispetta se stessa e che tiene alla sua indipendenza, riuscire ad amministrare le finanze in proprio, senza pesare sul reddito del compagno (non sarebbe giusto) ed evitando anche eventuali accuse di "sfruttamento" (non stimo gli opportunisti e sarei troppo orgogliosa per farlo).

Con l'esperienza le donne imparano che l'atto del "parlare con un uomo" non solo è perfettamente inutile ma addirittura stancante e fastidioso.

Il mio motto allora è: lamentarsi sempre e comunque, rompere le palle fino all'impossibile, rendergli la vita un inferno se necessario, ma senza aprire bocca: azione no bla-bla.

Per ottenere qualcosa dal proprio partner ci sono sistemi "casuali" e "indolore" che una donna deve assolutamente conoscere e che fanno leva su alcune delle caratteristiche standard del genere maschile: infallibili.





I problemi maggiori, almeno secondo la mia esperienza, si presentano con una forte difficoltà di comunicazione quando ci si trova a dover scindere l'amicizia dal sesso.

Eppure ho sempre creduto che fosse uno dei concetti più semplici (e tradizionali) da capire...

Invece, nel corso delle mie esigue avventure, mi sono sentita dare da uomini "di mondo" delle risposte così ingenue e disarmanti da lasciarmi esterrefatta.

Quella che si chiama "amicizia di letto" ho sempre pensato non facesse per me, preferisco infatti o un amico o qualcuno con cui fare sesso senza complicazioni, poche chiacchere e nessuna confidenza.

Difficile anche che ripeta l'"operazione" con il solito albatros o pellicano che sia anche in caso di alto tasso di soddisfazione erotica.
A questo proposito devo riconoscere che la sincerità (in certi casi) non è proprio possibile soprattutto per non ferire chi dice di essersi "impegnato" al massimo delle possibilità.

Certo è che con la maturità crescono le aspettative e ci si aspetta una certa "competenza" in materia.


Possibile allora che debba sentirmi in colpa se non ho nessuna difficoltà a non farmi coinvolgere troppo da quello che fin dall'inizio catalogo come rapporto di una (sola e unica) notte?

Possibile che debba sentirmi diversa se dopo averlo fatto non mi passa per la testa un fidanzamento o un matrimonio?

Possibile che debba sentirmi una stronza se ho (di natura) un approccio "maschile" rispetto al sesso?

Assolutamente no.

Ovvio che se ci sono dei sentimenti il discorso cambia.

Concludo scrivendo che trovo totalmente ingiusto che 3 uomini della mia vita mi abbiano tolto la parola (solo) perché abbandonati... si rendessero conto della fortuna che hanno avuto!

:)



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