20090317

... poche parole




L'aquila e la Luna - Nicola Lisi

L'aquila emigrata da altre terre, dopo aver scorrazzato a lungo su una catena di montagne, trovò in una fenditura coperta, sulla più alta cima, la tana bramata. Aguzzando gli occhi nel vuoto si disse: - Ecco che veramente sono diventata regina: il mio dominio è su tutto e tutti. In quel mentre da un'altura di faccia si svincolò la Luna piena, per trionfare dopo alcuni istanti in cielo e sulla terra. Allora l'esaltazione orgogliosa dell'aquila si cangiò in una umiliazione insopportabile. Come ora le sembrava di trovarsi in un luogo basso e oscuro! Volle innalzarsi fin sopra a lei. Si librò in aria proseguendo maestosa, ma nonostante il perfetto accordo dell'orgoglio con la volontà, giunse tempo in cui, prostrata dalla stanchezza, non poté continuare nel volo.
Senza più alcuna speranza si abbandonò al cedimento dell'aria riequilibrandosi soltanto allorché vide tremolare sotto di sé, nello sconosciuto mare, quella che credette un'altra Luna. - Su di te almeno mi poserò, - gridò l'aquila ributtandosi in basso a capofitto e aggiustando i rostri per agguantarla. Fu presa invece dai flutti e subito divorata dai cupidi pesci.

L'alto annichilisce il superbo, e la sua potenza, riflessa in basso, lo attira e lo punisce.

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